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Armadio sostenibile: 4 modi+1 per essere sostenibili!

4 Marzo 2022
Armadio sostenibile

Armadio sostenibile: 4 modi + 1 per essere sostenibili!

Armadio sostenibile: non significa acquistare soltanto second hand e da brand sostenibili. La sostenibilità della moda è un argomento che molto spesso crea dibattito e soprattutto estremismi, che a me non sono mai piaciuti. Partiamo dalla base: che cosa significa avere un guardaroba sostenibile?  

Molto spesso si pensa che essere sostenibili significhi soltanto acquistare second hand, acquistare da brand sostenibili oppure non acquistare affatto.

Questo modo pero di essere sostenibili molto spesso scoraggia molte persone. Perché qualcuno semplicemente non immagina di indossare capi che altri hanno indossato, è lecito. Oppure perché acquistare da marchi sostenibili è davvero molto costoso. Quindi qual è il risultato? Che scoraggiati non fanno assolutamente nulla.

Ecco perché ho deciso di scrivere questo articoli sui diversi modi possibili per essere sostenibili nella moda, e non solo.

Armadio sostenibile: 4 modi + 1 per essere sostenibili.

  1. Non acquistare, o meglio acquistare soltanto quando è strettamente necessario. Studi scientifici hanno dimostrato che per l’80% dell’anno indossiamo il 20% di ciò che abbiamo nell’armadio. Sconvolgente, non credi? Spesso tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già nel nostro armadio, ma non ci prendiamo il tempo per guardare e conoscere ciò che già possediamo. Quando si parla di sostenibilità va tenuta in conto anche la quantità di articoli che abbiamo, non soltanto la provenienza. Meglio avere pochi capi, scelti con cura e consapevolezza che ci valorizzano e ci soddisfano, in questo modo non sentiremo la necessità di acquistare.
  2. Aggiustare quando un capo si rovina invece di buttarlo e comprarne uno nuovo. Quando un capo si rovina dovremmo prima di tutto cercare di capire se riusciamo noi oppure con l’aiuto di una sarta ripristinarlo, prima di buttarlo e comprare altro. Spesso da una riparazione nasce un capo nuovo ed unico, usando la fantasia.
  3. Acquistare second hand, dando una seconda vita ai capi. Se proprio abbiamo bisogno di qualcosa, meglio acquistarla di seconda mano, in buone condizioni, chiaramente. Oggi esistono anche moltissime app per il second hand dove si trovano addirittura capi con l’etichetta mai indossati.
  4. Prediligere marchi sostenibili, possiamo scegliere quale marchio far crescere: uno fast fashion oppure un marchio sostenibile, un artigiano della nostra città e cosi via. Una scelta spesso sottovalutata, o forse nemmeno presa in considerazione.

E se queste 4 opzioni non le sentissimo adatte a noi, oppure se alla camicetta di Zara della nuova collezione non sapessimo resistere, e resistere per un mese per poi scoppiare ed acquistare senza più alcun freno in realtà fosse peggio?  Oppure se acquistando quella singola camicetta di Zara poi ci sentissimo in colpa e quindi scoraggiate nel essere sostenibili, annullando quindi tutto ciò che prima, anche se poco, facevamo?

Ecco alcuni dei motivi per i quali gli assolutismi non mi piacciono, e non reputo sostenibili soltanto le persone che seguono quei singoli 4 punti elencati sopra. Credo nei piccoli gesti che se fatti consapevolmente possono cambiare il mondo molto più di chi segue le regole fino all’ultima virgola, a volte andando contro se stessi.

Dunque ecco il punto 5, che probabilmente nessuno vi dirà.

5. Acquistare da qualsiasi marchio: fast fashion, sostenibile, dall’armadio della nonna e cosi via, ma UTILIZZANDO IL CAPO. Ebbene si, il capo più sostenibile che abbiamo è quello che abbiamo utilizzato di più, quello che per quanto l’abbiamo sfruttato doveva costare centinaia di euro, perché il suo valore effettivo, dipende da quanto lo abbiamo sfruttato. Quindi se quel capo è la camicetta di Zara, certo sarebbe meglio evitarlo, ma se proprio di quella ci siamo innamorate, potremmo essere ugualmente sostenibili a patto di utilizzarla fino allo sfinimento.

Conosco persone che acquistano spesso second hand, ma al tempo stesso hanno cabine armadio infinite, quindi dico: sono davvero sostenibili?

La loro giustificazione è il fatto che sono per lo più capi di seconda mano. Certo, vero, ma utilizzino davvero tutto ciò che hanno? Hanno davvero necessità di tutto ciò che hanno nell’armadio? Quei capi che loro non avrebbero acquistato potevano essere acquistati da altri.

Ecco quindi la prima fondamentale base per un armadio sostenibile è: avere capi che utilizziamo, che indossiamo non 3-4 volte ma 40-50.

E tu che rapporto hai con la sostenibilità? Ti sei ritrovata in uno di questi gesti?

A presto

Carolina

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